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Cardiologia

Elementi di elettrocardiografia (ECG)

Autori
Gianni Mozzi, Matteo Parolin

24,00 €

  • publish date ottobre 2020
  • ISBN 978-88-299-2961-0
  • Code Piccin 1333510
  • Pages 176
  • Binding Brossura

PRESENTAZIONE

“Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per gli dèi tutti e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi fi gli come fratelli e insegnerò quest’arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro”. Penso che il Dott .
Gianni Mozzi abbia avuto sempre nella sua mente questo precetto ippocratico perché in lui c’è sempre stato il rispetto e l’esaltazione dei Maestri come degli Allievi. 

Questo testo raccoglie le lezioni interattive sul significato e l’applicazione dell’elettrocardiografi a in medicina interna. È stato il modo più semplice per Gianni Mozzi di coinvolgere gli studenti come partecipanti attivi in una classe talvolta di piccole dimensioni sino a veri e propri corsi, senza mai tralasciare l’insegnamento tutoriale con il singolo studente di medicina o medico e specializzando. Queste lezioni hanno attratto numerosi studenti di diverse generazioni costringendoli a lavorare col materiale derivante dall’osservazione clinica di ogni giorno e quello che Gianni Mozzi preparava tutti i giorni in maniera artigianale, senza mai banalizzare né l’esempio né il supporto iconografi co, né i riferimenti bibliografi ci con uno stile che rammentava l’artista nella sua bottega. Queste lezioni interattive fluivano veloci e coinvolgenti, supportate da un metodo formativo derivato dalla pratica clinica e dall’esperienza di chi conosce i problemi e di chi se li è sentiti porre molte volte di fronte ai singoli casi. 

Scienza, tecnologia e arte sono da sempre state strett amente correlate e, più o meno esplicitamente, hanno usufruito l’una degli avanzamenti dell’altra: in modo bidirezionale hanno condiviso scoperte, intuizioni e visioni. Attualmente molti aspetti della biologia, proprio per la loro complessità, vengono rappresentati attraverso la musica. La musica, e la sua percezione sensibile, non è solo una sequenza lineare di note ma i livelli di complessità possono crescere e trasformarsi in melodie e in sinfonie. Si potrebbero quindi considerare la cellula cardiaca come un’orchestra e i processi vitali che avvengono all’interno del cuore come i movimenti sinfonici che l’orchestra interpreta mettendo insieme il fluire degli elettroni nella genesi del potenziale d’azione e la trasmissione dell’impulso lungo il sistema di conduzione come una mirabile composizione. La complessità dell’elettrocardiogramma è data dall’infinita possibilità di aggregazioni di singoli elementi che nell’ECG vengono semplificati nell’onda P, nel complesso QRS, e nell’onda T con centinaia di differenti diagnosi. L’analogia con la musica che genera da soli 7 elementi un’infinita possibilità di combinazioni risulta una facile proposta. L’interpretazione dell’ECG è come interpretare uno spartito musicale di una sinfonia, che va lett o e diretto tenendo conto dei vari strumenti e della coralità della loro armonia o dall’alterazione della stessa che rappresenta il paziente, la sua patologia e la sua presentazione clinica. Per tale motivo la conoscenza dell’elettrocardiografi a non può essere un patrimonio dei soli cardiologi, ma deve essere diff usa a tutte le categorie professionali sanitarie: primi tra tutti gli internisti, e questo libro è specificamente indirizzato a questa categoria. 

A cavallo tra il 1978 e il 1979 Gianni Mozzi, per alcuni mesi, è stato il mio tutor, in un tempo in cui prestava servizio come assistente nella Divisione di Medicina II dell’allora Ospedale Civile di Padova diretta dal Prof. Piero Leonardi, uno degli allievi più amati dal Prof Gino Patrassi, dove ho svolto il tirocinio postlaurea. Rammentare ciò che il Dott . Mozzi ha rappresentato sarebbe decisamente parziale e astratto se dovesse prescindere dalla sua personalità reale, ben presente in chi lo ha potuto conoscere 
direttamente. Tutti coloro che gli sono stati vicini, nelle buone come nelle tristi vicende della vita, hanno apprezzato in lui il senso di responsabilità e la comprensione verso i malati. 

La fi gura di Gianni Mozzi e questo libro convergono in quello che io vorrei riassumere nel connubio tra eccellenza e semplicità. A prima vista queste due qualità sembrano divergere perché si ritiene che la semplicità coincida con la povertà o con il minimalismo e non certo con l’espressione della pienezza. Io penso che al contrario, come dice Gianfranco Ravasi, la semplicità quando è autentica e non artifizio, è finezza, essenzialità, profondità. La semplicità è la forma della vera grandezza, scriveva Francesco De Sanctis. Essa è ricerca del meglio, spogliato dai fronzoli dell’enfasi del clamore e dell’ostentazione. Per questo possiamo assumere a insegna un altro detto: vivere con semplicità è pensare con grandezza. 

La semplicità con cui viene proposta la “lettura e interpretazione” dell’ECG in questo breve trattato corrisponde esattamente alla stessa impostazione, ovvero descrivere con semplicità la grandezza dello strumento che ci è stato messo a disposizione nella clinica. Stiamo vivendo in un momento in cui l’intelligenza artificiale, la robotica, il “machine learning” già applicati ai sistemi di registrazione ed elaborazione dei tracciati elettrocardiografi ci ci forniscono o ci forniranno a breve una diagnosi affidabile di quanto può essere derivato dalle registrazioni elettrofisiologiche cardiache e l’uso di promettenti tecniche di analisi numerica e modellistica matematica per simulare l’elettrofisiologia cardiaca umana sarà sicuramente in grado di fornire in futuro dei segnali ECG confrontabili con quelli tradotti in grafi co dagli elettrodi applicati ad un paziente. Tutto ciò amplificherà e darà un ulteriore significato a quanto contenuto nel presente testo senza svilirne l’importanza. 

Spero che gli studenti, gli specializzandi e gli specialisti che vorranno prendere spunto da questo testo lo possano fare in maniera critica e con la posizione del medico-scienziato e professionista che si innamora delle ipotesi, dei concetti e delle teorie che rendono viva la pratica clinica e l’applicazione di una tecnica messa a punto nel 1903 da Willem Einthoven e Étienne-Jules Marey per derivazione diretta da un semplice galvanometro a corda. 

Prof. Roberto Vettor
Direttore del Dipartimento di Medicina – DIMED
Università degli Studi di Padova

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