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Medicina legale

Detenzione di stupefacenti. L'esame dei Reperti Giudiziari e della Persona Detentrice. Linee Guida Metodologico-Accertative Crit

Authors
Bertol - Mari - Di Milia - Snenghi - Terranova - Ferrara

15,00 €

  • publish date June 2007
  • ISBN 978-88-299-1874-4
  • Code Piccin 1215764
  • Pages 104
  • Collana: Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni

PREMESSA

La figura del tossicologo forense ha subito, nel corso di un secolo, una notevole evoluzione. Nato per le esigenze della perizia nei casi di sospetto veneficio a sostegno della diagnosi medico-legale, ha in seguito allargato le sue competenze in campi più svariati fino ad arrivare, specialmente negli ultimi anni, anche alle analisi per l’accertamento a scopi forensi di sostanze stupefacenti su materiale non biologico.

Le caratteristiche del tossicologo impegnato con il medico-legale in accertamenti giudiziari relativamente alle morti per avvelenamento nelle tre fattispecie (omicidiario, suicidiario, accidentale) sono state delineate da molti Autori alcuni di essi anche in epoche molto lontane (1, 2, 3, 4, 5). Tutte le considerazioni ed i pareri riportati dai vari Autori nel corso di questi ultimi anni si sono in effetti concretizzati in quanto in tutti o in quasi tutti gli Istituti di Medicina Legale esistono Laboratori di Tossicologia Forense per cui si può affermare che attualmente la maggior parte delle perizie in tema di avvelenamento vengono espletate da esperti che operano nell’ambito di detti Istituti sia in campo tossicologico forense che medico legale in collegialità di competenza.

Non altrimenti accade per le perizie in tema di stupefacenti dove il materiale in esame, costituito da polveri, fiale, compresse, sostanze vegetali etc., sequestrati e quindi in possesso dell’Autorità Giudiziaria, molto spesso viene affidato per l’esecuzione della perizia o della consulenza per il P.M. non a dei veri esperti in materia, bensì a soggetti i quali, pur avendo approfondite conoscenze in altre discipline quali la balistica, l’anatomia patologica, la tossicologia industriale, l’analitica chimica etc. ben poco conoscono circa la problematica della ricerca chimica in campo di stupefacenti. Inoltre molto spesso questi «esperti» non possiedono nemmeno le attrezzature analitiche idonee per una corretta esecuzione della parte tecnica della perizia, ovvero pur possedendole non dispongono di conoscenze che possono provenire solo da una profonda esperienza della materia, da un aggiornamento specifico costante, da un’ampia casistica. La mancanza di rapporti culturali con chi invece opera da anni in questo settore impedisce loro, infine, di seguire l’evoluzione tecnica ed analitica nonché la variazione dei diversi tipi di stupefacenti immessi sul mercato illecito soprattutto relativamente a nuove forme o addirittura a sofisticazioni che questi possono presentare.

Questi concetti sono stati sviluppati in ambito tossicologico forense da alcuni autori fino dagli anni ‘70-’80 (6, 7, 8) e trovano una validità scientifica e metodologica anche allo stato attuale in quanto con l’evoluzione della normativa sugli stupefacenti nel corso degli anni si sono verificate esigenze sempre più pressanti di una competenza specifica.

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