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Angiologia e chirurgia vascolare

Atlante di chirurgia delle arterie

Authors
Cavallaro - Sterpetti - Barberini - Di Marzo

340,00 €

  • publish date March 2009
  • ISBN 978-88-299-1986-4
  • Code Piccin 0304095/6
  • Pages 776

PRESENTAZIONE DEL PROF. SERGIO STIPA

Sono lieto ed orgoglioso di presentare questo Atlante di Chirurgia delle Arterie, che non esito a definire bello e completo: il testo è esauriente e curato nei dettagli, le illustrazioni sono di alto livello.

L’opera è stata realizzata da miei Allievi che, in vari periodi, hanno iniziato, già da studenti, ad occuparsi di Chirurgia Vascolare, sotto la mia guida, contribuendo a costituire un Gruppo clinico e di ricerca stimato, oltre che in Italia, anche in Europa e nei Paesi extraeuropei. Hanno tutti effettuato il loro training anche in prestigiosi Centri europei e statunitensi, acquisendo l’esperienza e l’ampiezza di vedute che ha consentito loro di stabilire solidi e durevoli rapporti nell’ambito della Comunità Scientifica Internazionale, come testimoniato anche dalle numerose pubblicazioni sulle più importanti Riviste di Chirurgia Generale e di Chirurgia Vascolare.

Antonio Sterpetti è stato l’ideatore dell’opera e Antonino Cavallaro, il mio Allievo più anziano, ne ha curato la strutturazione e i dettagli, provvedendo, insieme con Sterpetti, alla stesura di ampie parti del testo ed alla impostazione della componente iconografica. Entrambi si sono avvalsi, per alcuni particolari settori, della collaborazione di Luca di Marzo.

Di fondamentale importanza il contributo di Fabrizio Barberini, per la parte anatomica.

L’iconografia realizzata da Bernardo Luraschi sia come figure originali sia come foto rielaborate al computer è di notevole precisione ed efficacia; l’impaginazione consente una lettura agevole e consequenziale.

Sono convinto che ogni giovane, che voglia dedicarsi alla chirurgia delle arterie, troverà in questo Atlante una guida chiara e piacevole nell’iter che lo porterà a diventare un esperto.

SERGIO STIPA Professore Emerito di Chirurgia Università “Sapienza” Roma

Quando ogni Ottobre incontro gli studenti che iniziano il loro iter formativo nella Facoltà di Medicina spiego che questa ha le regole delle tradizionali scienze esatte [Fisica, Matematica, Chimica] applicate al singolo individuo, cosicché le linee di condotta del medico sono dettate dal rigore scientifico, ma anche dal vigile buon senso di chi sa che vi possono essere variabili sempre in agguato. E spiego che lo sviluppo di questo rapporto, tra scienza ed applicazione della scienza, ha avuto nei secoli un ambito applicativo particolare costituito dall’anatomia, prima con la concezione ippocratica del corpo e degli organi contenitori di umori e qualità, poi con Galeno che attribuisce agli organi una specifica funzione, infine con la riscoperta nelle Università medioevali dell’anatomia e delle autopsie come metodo di analisi scientifica delle teorie. Sinché irrompe nel mondo scientifico Galileo, con la sua lettura “matematica” della natura, compresa quella dei viventi. E proprio da Galileo discende quel crinale che segna la rivoluzione epistemologica della Medicina, dovuta alle osservazioni sperimentali di William Harvey, già studente di Medicina a Padova (dove insegnava in quel tempo Galileo). Harvey misura il sangue che entra-esce in un segmento vascolare in un dato periodo di tempo e ne verifica l’incompatibilità “numerica” con la tesi di Galeno che il sangue sia continuamente neo-formato nel fegato: dunque vi è una “circolazione del sangue” e l’osservazione anatomo-fisiologica (com’è fatto un organo, quale è la sua funzione) diviene protagonista dei successivi sviluppi della Medicina.

Proprio per questo un’opera che illustra le basi di anatomia (e di tecnica chirurgica) delle arterie costituisce il ponte ideale tra un passato che ha segnato i grandi avanzamenti della Medicina ed un futuro sempre più tecnologico, nel quale la “preparazione” accurata dell’arteria costituisce il primo momento di una procedura chirurgica che poi si avvale di tecniche classiche o di tecnologie che utilizzano nuovi materiali in una prospettiva “fisiologica”, cioè di ricostruzione di un segmento vasale, se non di medicina rigenerativa.

La Scuola del Prof. Sergio Stipa è sempre stata orientata all’innovazione, senza trascurare le solide fondamenta teoriche e pratiche su cui si sviluppa la Chirurgia: i suoi allievi, primo tra tutti il Prof. Antonino Cavallaro, licenziano ora quest’opera [Atlante di Chirurgia delle Arterie – le basi di anatomia e di tecnica] che si colloca nello straordinario filone di ricerca. Aggiornamento ed alta professionalità della Scuola Chirurgica Romana, sviluppatasi anche verso la chirurgia specialistica. Rigore scientifico, accurata descrizione metodologica, una ricca iconografia caratterizzano quest’opera quale riflesso di un modo di pensare e di essere, positiva espressione della migliore tradizione universitaria.

LUIGI FRATI Preside della I Facoltà di Medicina e Chirurgia Università “La Sapienza” Roma maggio 2008

Prefazione

Quando si giunge al termine di un’opera che ha comportato un lungo periodo di lavoro, a volte molto faticoso, oltre al sollievo si prova anche l’indefinibile sensazione di avere dimenticato, senza peraltro riuscire ad identificarlo, il particolare più importante: e certamente questo balzerà evidente agli occhi quando non sarà possibile rimediare. Pazienza! Speriamo di essere perdonati e soprattutto di essere capaci di perdonare noi stessi.

Questo testo-atlante di chirurgia delle arterie, dedicato agli Specializzandi in Chirurgia Vascolare e ai giovani Chirurghi Vascolari, è stato ideato e costruito da Antonio Sterpetti, che, con tenacia al confine della testardaggine, ha saputo portarlo avanti, coinvolgendo nella sua realizzazione tanti grandi nomi della Chirurgia Vascolare in Italia e all’estero; questi hanno aderito alla sua proposta, ritenendola valida e qualificata in ragione della notorietà acquisita da Antonio nella comunità scientifica internazionale, nell’ambito della ricerca sperimentale e clinica sulla Fisiopatologia e la Patologia delle Arterie.

Per tutto un primo, lungo, periodo mi sono limitato a dargli consigli e soprattutto sostegno, per poi intervenire direttamente nella stesura di alcuni capitoli e nella revisione degli altri.

Con Antonio abbiamo discusso a lungo, essendo io convinto che sarebbe stato giusto che il primo nome fosse il suo: alla fine ha prevalso il suo parere, dettato certamente, in gran parte, dal suo essere “homo academicus” e dal fatto che mi considera, e ne sono lieto, il suo diretto maestro.

In effetti, la stesura di quest’opera ha comportato un vicendevole scambio di apprendimento e di rifinimento delle proprie personali impostazioni, e alla fine credo che ne usciamo entrambi, come il vecchio marinaio di Coleridge, più vecchi e più saggi.

Essenziale è stato il coinvolgimento “locale” di Fabrizio Barberini, per l’impostazione anatomica, e di Luca di Marzo, per alcuni particolari aspetti clinici. Fondamentale, e irreplicabile, l’opera di Bernardo Luraschi, che ha realizzato le illustrazioni, elaborato le foto, impostato tutta l’opera dal punto di vista della grafica e dell’impaginazione. Il suo entusiasmo, la sua capacità di penetrare a pieno e di esprimere graficamente le problematiche delle preparazioni chirurgiche e delle realtà intraoperatorie, a volte attraverso discussioni animate e anche burrascose, sono la testimonianza di capacità professionali ed umane non comuni. Non potrò mai ringraziarlo abbastanza per quello che ha fatto.

Il mio grazie va anche al Dipartimento “Pietro Valdoni”, cui mi onoro di appartenere, che ha consentito che Bernardo si dedicasse quasi a tempo pieno a quest’opera, nell’ambito delle attività della Sezione di Iconografia Didattica.

Ringrazio anche di cuore Rossella Trima, che, sempre gentile, con pazienza e perseveranza, mi ha assistito nel trasferimento sul computer dei testi e delle didascalie.

Il mio grazie infine (ma è un grazie permanente) al Prof. Paolo Biocca, che è stato per me il primo esempio di onestà intellettuale nei confronti della Chirurgia e dei pazienti, e soprattutto al Prof. Sergio Stipa, mio Maestro da quasi 50 anni, che per primo (eravamo nell’ormai lontano 1960) mi ha fatto accostare agli splendori e alle disillusioni della Chirurgia Vascolare.

Roma,marzo 2009 ANTONINO CAVALLARO

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