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Psicologia infantile e dello sviluppo

La partecipazione

Autori
Fava Vizziello

25,00 €

  • publish date marzo 2008
  • ISBN 978-88-299-1906-2
  • Code Piccin 0602450
  • Pages 292

Introduzione

PARTECIPAZIONE

è una parola che può declinare tutti i momenti della nostra vita:

abbiamo partecipato alla vita intrauterina alla nascita ad instaurare il primo legame con i nostri genitori a nutrirci a scoprire l’ambiente a stringere rapporti con gli altri attraverso amori / odi violenti sentimenti dolci / ostili a comunicare emozioni, affetti e pensieri a muoverci a crescere ad amare / odiare il nostro corpo pulito, sporco, sofferente, amante, bello / brutto a vestirci con amore, con rabbia, automaticamente a proteggerci dai pericoli ad avvicinarci / distanziarci dai nostri genitori, dai nostri figli e dai nostri partner ad affrontare da soli ambienti nuovi a convivere col gruppo dei pari e con gli altri che danno / chiedono cose spesso incomprensibili ad iniziare, mantenere e terminare le amicizie ad accrescere le conoscenze a provare attrazione sessuale, erotica e ad innamorarci a pensare in e per due a desiderare un figlio ad accudire un bambino a crescerlo, presentarlo al e presentargli il mondo a trovare nuovi modi di vita, ad accettare i guadagni e le perdite graduali quando invecchiamo a desiderare un figlio per i nostri figli e ad amarlo in modo speciale e diverso quando arriva abbiamo partecipato a vivere la vita con piacere e con dolore a pensare ad avvinarci alla morte come amica / nemica.

“Partecipare” è quindi un verbo polisemico, che assume rilievo e qualifica il suo significato in rapporto all’attività e alla funzione

“a cui si prende parte”.

Non c’è mai fine o limite alla partecipazione, poiché si può partecipare alla nostra stessa agonia in piena coscienza e, talvolta, serenità.

Difficilmente ci rendiamo conto di quando partecipiamo perché, quanto partecipiamo, siamo coinvolti-in e centrati-su qualcosa:

sappiamo definire questo “qualcosa”

ma non che cosa stiamo facendo con questo “qualcosa”;

sappiamo solo dire che ci stiamo divertendo o che questo qualcosa ci interessa veramente.

Partecipiamo diversamente a seconda delle tappe del nostro sviluppo e dell’ambiente in cui ci troviamo.

La partecipazione si attualizza nel momento stesso in cui viene vissuta:

è esperienza soggettiva il cui impatto avrà sicuramente effetto sull’avvenire.

La partecipazione è una componente determinante per la vita e per la sua qualità.

Quando si entra in relazione con i bambini, porre attenzione alla partecipazione creando condizioni e motivando a sentimenti attivi di appartenenza può cambiare il significato, il potere e gli effetti di qualsiasi tipo di intervento e relazione e, conseguentemente, la qualità stessa della vita.

E tutto questo detiene ancor maggior rilevanza se ci accostiamo ai piccoli con difficoltà particolari.

Quando problemi fisici e psichici interferiscono con lo sviluppo della partecipazione, i genitori per primi hanno difficoltà ad aiutare il bambino a partecipare perché la loro capacità di prevedere le tappe successive di sviluppo e di aiutarli a raggiungerle, viene frustrata da insuccessi ed insicurezza.

Così proprio i bambini che hanno maggior bisogno dell’aiuto dei genitori possono rischiare di crescere in una situazione più difficile se anche i genitori non vengono aiutati.

Cos’è la partecipazione? Come partecipano i bambini?

Questo libro è il risultato della collaborazione di un gruppo di professionisti che lavorano con bambini e adolescenti e con i loro genitori in Servizi Socio-Sanitari ed Educativi; man mano che la discussione si svolgeva, il gruppo di lavoro ha deciso di coinvolgere i bambini stessi, chiedendo loro di disegnare e descrivere le idee di ciascuno sulla partecipazione.

La carica emotiva espressa nei disegni, servita come sfondo per tutta la stesura del libro, emerge nelle raffigurazioni grafiche sulla partecipazione percepita dai bambini e alcune di esse sono state inserite per mostrare il livello di rappresentazione dei bambini.

Il lavoro è iniziato molti anni fa in occasione della richiesta da parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità) di creare uno strumentosemplice per introdurre i principi di semeiotica positiva presenti nell’ICF, (2001) ed in particolare il parametro partecipazione, nell’intervento in paesi in cui le modalità di approccio sono le più svariate, dalla stregoneria alla mortifera “medicina povera per i paesi poveri”, ai cosiddetti allora “medici a piedi scalzi”.

In contesti tanto diversi, la partecipazione è sempre e comunque necessaria: nel fare il sacrificio prescritto perché il paziente guarisca, nell’andare dallo stregone o dallo psicoterapeuta, nell’apprendere dall’esperienza interumana in un lavoro fisioterapico o in un gruppo di bambini.

Il gruppo di insegnanti eccezionali che ha lavorato con noi si è appassionato nella riflessione su questo tema tanto da produrre idee e organizzare prassi a cui i bambini hanno aderito entusiasticamente, mostrandoci come la partecipazione, così poco studiata in quanto tale, costituisca uno dei capisaldi per riportare in ambito educativo prassi ritenute cliniche, ottenendo successi più rapidi grazie al gruppo in cui è stata promossa nei bambini la coscienza di essere agenti di se stessi.

Nel mondo attuale in cui il sentimento di essere “agenti” dei nostri bambini, si limita purtroppo spesso all’interazione col computer, ci auguriamo che la riflessione del nostro gruppo contribuisca a risvegliare in chi si occupa di loro lo sforzo di ri-direzionarne le capacità troppo spesso sopite sul mondo reale, per quanto possa loro apparire più pericoloso del virtuale.

Il lavoro con l’OMS, uscirà tra breve e sarà diretto ai servizi sanitari di base. Questo testo nasce invece dalla collaborazione con personale scolastico ma ci sembra rilevante sia per i genitori che per il personale socio-sanitario, per la riflessione degli studenti di psicologia e scienze della formazione, visto che stabilisce un ponte troppo spesso trascurato tra diverse discipline.

Il libro è destinato a genitori, educatori, psicoterapeuti e studenti di psicologia e di psicopatologia, oltre che a psicologi e neuropsichiatri.

Abbiamo l’impressione che il cambiamento della psicopatologia dei nostri bambini e nuclei familiari ci obblighi a mutare le modalità di intervento.

I nuovi bambini, spesso cognitivamente iperstimolati, presentano gravi deficit della partecipazione, sotto forma di impossibilità ad una continuità di investimento, ad una difficoltà di scelte, ad una scarsa comprensione del reale, spesso confuso col virtuale o l’immaginario. I nuovi genitori, incerti e in crisi di valori, hanno difficoltà a chiedere loro autonomia, aiuti in ambiente domestico ed osservanza delle regole. Spesso le cure culturali (Rufo, 2005) appaiono le più appropriate; ma per modificare l’ambiente abbiamo bisogno di capire e tradurre meglio ciò che succede nell’hic et nunc della partecipazione e di avere a disposizione strumenti per modificarlo.

Col bambino nessuna terapia è solo tale, ma sempre vi rientra una parte educativa e coi genitori spaventati avviene altrettanto.

Abbiamo cercato di studiare un campo che viene spesso rimbalzato tra operatori, “gli insegnanti, i genitori, gli “psic” non possono dirci che fare… non sanno dirci che fare”.

Al di là dell’evidente libertà di intervento, abbiamo l’impressione che non si possa prescindere dalla conoscenza dei meccanismi per essere efficaci.

La partecipazione è una delle determinanti della qualità della vita e non a caso l’OMS sta proponendo l’uso dell’ICF che valuta il rapporto con la situazione ambientale in aggiunta alle classificazioni delle patologie centrate sul soggetto ed i suoi sintomi.

Ringrazio con affetto Enrico Pupulin, responsabile per molti anni della sezione Riabilitazione dell’OMS, che ha avuto l’idea di un lavoro sulla partecipazione in età evolutiva, mentre partecipavamo in India ad un lavoro complesso coi lebbrosi, relativo alla loro compliance-partecipazione al trattamento così come Federico Montero che ha preso il suo posto dopo il pensionamento, per la determinazione con cui mi ha aiutato a portare a termine la parte WHO.

Ringrazio Giovanni Barbiero e Chiara Miolo che hanno fatto un certosino lavoro per la raccolta del materiale ottenuto attraverso numerosi gruppi, a cui hanno partecipato generosamente e attivamente eccezionali insegnanti della scuola Arcobaleno e della Clinica Pediatrica di Padova.

Last but not least, ringrazio tutti i bambini che ci hanno regalato le loro idee e i bei disegni che riportiamo.

Introduzione
PARTECIPAZIONE
è una parola che può declinare tutti i momenti
della nostra vita:
abbiamo partecipato
alla vita intrauterina
alla nascita
ad instaurare il primo legame con i nostri genitori
a nutrirci
a scoprire l’ambiente
a stringere rapporti con gli altri attraverso amori / odi violenti
sentimenti dolci / ostili
a comunicare emozioni, affetti e pensieri
a muoverci
a crescere
ad amare / odiare il nostro corpo pulito, sporco, sofferente,
amante, bello / brutto
a vestirci con amore, con rabbia, automaticamente
a proteggerci dai pericoli
ad avvicinarci / distanziarci dai nostri genitori, dai nostri figli
e dai nostri partner
ad affrontare da soli ambienti nuovi
a convivere col gruppo dei pari e con gli altri
che danno / chiedono cose spesso incomprensibili
ad iniziare, mantenere e terminare le amicizie
ad accrescere le conoscenze
a provare attrazione sessuale, erotica e ad innamorarci
a pensare in e per due
a desiderare un figlio
ad accudire un bambino
a crescerlo, presentarlo al e presentargli il mondo
a trovare nuovi modi di vita, ad accettare i guadagni
e le perdite graduali
quando invecchiamo
a desiderare un figlio per i nostri figli
e ad amarlo in modo speciale e diverso quando arriva
abbiamo partecipato
a vivere la vita
con piacere e con dolore
a pensare ad avvinarci alla morte
come amica / nemica.
“Partecipare” è quindi un verbo polisemico,
che assume rilievo e qualifica il suo significato
in rapporto all’attività e alla funzione
“a cui si prende parte”.
Non c’è mai fine o limite alla partecipazione,
poiché si può partecipare
alla nostra stessa agonia in piena coscienza
e, talvolta, serenità.
Difficilmente ci rendiamo conto di quando partecipiamo
perché, quanto partecipiamo,
siamo coinvolti-in e centrati-su qualcosa:
sappiamo definire questo “qualcosa”
ma non che cosa stiamo facendo con questo “qualcosa”;
sappiamo solo dire che ci stiamo divertendo
o che questo qualcosa ci interessa veramente.
Partecipiamo diversamente a seconda delle tappe
del nostro sviluppo e dell’ambiente in cui ci troviamo.
La partecipazione si attualizza
nel momento stesso in cui viene vissuta:
è esperienza soggettiva il cui impatto
avrà sicuramente effetto sull’avvenire.
La partecipazione è una componente determinante
per la vita e per la sua qualità.
Quando si entra in relazione con i bambini, porre attenzione alla partecipazione creando condizioni e motivando a sentimenti attivi di appartenenza può cambiare il significato, il potere e gli effetti di qualsiasi tipo di intervento e relazione e, conseguentemente, la qualità stessa della vita.
E tutto questo detiene ancor maggior rilevanza se ci accostiamo ai piccoli con difficoltà particolari.
Quando problemi fisici e psichici interferiscono con lo sviluppo della partecipazione, i genitori per primi hanno difficoltà ad aiutare il bambino a partecipare perché la loro capacità di prevedere le tappe successive di sviluppo e di aiutarli a raggiungerle, viene frustrata da insuccessi ed insicurezza.
Così proprio i bambini che hanno maggior bisogno dell’aiuto dei genitori possono rischiare di crescere in una situazione più difficile se
anche i genitori non vengono aiutati.
Cos’è la partecipazione? Come partecipano i bambini?
Questo libro è il risultato della collaborazione di un gruppo di professionisti che lavorano con bambini e adolescenti e con i loro genitori in Servizi Socio-Sanitari ed Educativi; man mano che la discussione si svolgeva, il gruppo di lavoro ha deciso di coinvolgere i bambini stessi, chiedendo loro di disegnare e descrivere le idee di ciascuno sulla partecipazione.
La carica emotiva espressa nei disegni, servita come sfondo per tutta la stesura del libro, emerge nelle raffigurazioni grafiche sulla partecipazione percepita dai bambini e alcune di esse sono state inserite per mostrare il livello di rappresentazione dei bambini.
Il lavoro è iniziato molti anni fa in occasione della richiesta da parte dell’OMS (Organizzazione Mondiale di Sanità) di creare uno strumentosemplice per introdurre i principi di semeiotica positiva presenti nell’ICF, (2001) ed in particolare il parametro partecipazione, nell’intervento in paesi in cui le modalità di approccio sono le più svariate, dalla stregoneria alla mortifera “medicina povera per i paesi poveri”, ai cosiddetti allora “medici a piedi scalzi”.
In contesti tanto diversi, la partecipazione è sempre e comunque necessaria: nel fare il sacrificio prescritto perché il paziente guarisca, nell’andare dallo stregone o dallo psicoterapeuta, nell’apprendere dall’esperienza interumana in un lavoro fisioterapico o in un gruppo di bambini.
Il gruppo di insegnanti eccezionali che ha lavorato con noi si è appassionato nella riflessione su questo tema tanto da produrre idee e organizzare prassi a cui i bambini hanno aderito entusiasticamente, mostrandoci come la partecipazione, così poco studiata in quanto tale, costituisca uno dei capisaldi per riportare in ambito educativo prassi ritenute cliniche, ottenendo successi più rapidi grazie al gruppo in cui è stata promossa nei bambini la coscienza di essere agenti di se stessi.
Nel mondo attuale in cui il sentimento di essere “agenti” dei nostri bambini, si limita purtroppo spesso all’interazione col computer, ci auguriamo che la riflessione del nostro gruppo contribuisca a risvegliare in chi si occupa di loro lo sforzo di ri-direzionarne le capacità troppo spesso sopite sul mondo reale, per quanto possa loro apparire più pericoloso del virtuale.
Il lavoro con l’OMS, uscirà tra breve e sarà diretto ai servizi sanitari di base. Questo testo nasce invece dalla collaborazione con personale
scolastico ma ci sembra rilevante sia per i genitori che per il personale socio-sanitario, per la riflessione degli studenti di psicologia e scienze della formazione, visto che stabilisce un ponte troppo spesso trascurato tra diverse discipline.
Il libro è destinato a genitori, educatori, psicoterapeuti e studenti di psicologia e di psicopatologia, oltre che a psicologi e neuropsichiatri.
Abbiamo l’impressione che il cambiamento della psicopatologia dei nostri bambini e nuclei familiari ci obblighi a mutare le modalità di intervento.
I nuovi bambini, spesso cognitivamente iperstimolati, presentano gravi deficit della partecipazione, sotto forma di impossibilità ad una continuità di investimento, ad una difficoltà di scelte, ad una scarsa comprensione del reale, spesso confuso col virtuale o l’immaginario. I nuovi genitori, incerti e in crisi di valori, hanno difficoltà a chiedere loro autonomia, aiuti in ambiente domestico ed osservanza delle regole. Spesso le cure culturali (Rufo, 2005) appaiono le più appropriate; ma per modificare
l’ambiente abbiamo bisogno di capire e tradurre meglio ciò che succede nell’hic et nunc della partecipazione e di avere a disposizione strumenti per modificarlo.
Col bambino nessuna terapia è solo tale, ma sempre vi rientra una parte educativa e coi genitori spaventati avviene altrettanto.
Abbiamo cercato di studiare un campo che viene spesso rimbalzato tra operatori, “gli insegnanti, i genitori, gli “psic” non possono dirci che fare… non sanno dirci che fare”.
Al di là dell’evidente libertà di intervento, abbiamo l’impressione che non si possa prescindere dalla conoscenza dei meccanismi per essere efficaci.
La partecipazione è una delle determinanti della qualità della vita e non a caso l’OMS sta proponendo l’uso dell’ICF che valuta il rapporto con la situazione ambientale in aggiunta alle classificazioni delle patologie centrate sul soggetto ed i suoi sintomi.
Ringrazio con affetto Enrico Pupulin, responsabile per molti anni della sezione Riabilitazione dell’OMS, che ha avuto l’idea di un lavoro sulla partecipazione in età evolutiva, mentre partecipavamo in India ad un lavoro complesso coi lebbrosi, relativo alla loro compliance-partecipazione al trattamento così come Federico Montero che ha preso il suo posto dopo il pensionamento, per la determinazione con cui mi ha aiutato a portare a termine la parte WHO.
Ringrazio Giovanni Barbiero e Chiara Miolo che hanno fatto un certosino lavoro per la raccolta del materiale ottenuto attraverso numerosi gruppi, a cui hanno partecipato generosamente e attivamente eccezionali insegnanti della scuola Arcobaleno e della Clinica Pediatrica di Padova.
Last but not least, ringrazio tutti i bambini che ci hanno regalato le loro idee e i bei disegni che riportiamo.

INDICE GENERALE
Introduzione
12
parte prima: la partecipazione dalla gravidanza
alla preadolescenza
17
1. La partecipazione
19
La partecipazione e i suoi costituenti
19
Definizione di partecipazione
21
Le dimensioni della partecipazione
22
Continuità-discontinuità (presenza-assenza)
22
Partecipazione spontanea-indotta-coatta
23
Partecipazione ad attività vs. al clima relazionale
24
Partecipazione in situazione vs. differita
24
Partecipazione selettiva
26
Partecipazione autonoma vs. eteronoma
26
Normalità vs. patologia nella partecipazione
26
La cornice del processo partecipativo
27
Perché si partecipa?
27
Con che cosa, a che attività, chi partecipa?
30
A che cosa si partecipa?
31
Quando si partecipa?
32
Dove si partecipa?
32
Quanto si partecipa?
32
Gli indici della partecipazione
33
Difficoltà di partecipazione
35
Limitazioni delle attività e restrizioni della partecipazione
35
Barriere e facilitatori della partecipazione
37
Il campo della barriera
39
In che contesto/attività avviene la facilitazione
della partecipazione nelle varie aree di sviluppo?
43
Bibliografia consigliata
44
2. La partecipazione dalla gravidanza alla perinatalità
45
Partecipazione alla gravidanza
45
Partecipazione alla nascita
46
Partecipazione nel primo anno di vita
47
L’intersoggettività
47
L’imitazione
51
L’intenzionalità
52
Il riferimento sociale
53
Bibliografia consigliata
54
3. La partecipazione del bambino nell’infanzia
57
Le aree della partecipazione nell’ICF
57
Dodici mesi
58
Partecipazione a se stesso
58
Partecipazione all’ambiente
59
Partecipazione agli altri
60
Partecipazione all’apprendimento
61
Quindici mesi
62
Partecipazione a se stesso
62
Partecipazione all’ambiente
63
Partecipazione agli altri
64
Partecipazione all’apprendimento
65
Diciotto mesi
65
Partecipazione a se stesso
65
Partecipazione all’ambiente
66
Partecipazione agli altri
67
Partecipazione all’apprendimento
68
Due anni
68
Partecipazione a se stesso
68
Partecipazione all’ambiente
69
Partecipazione agli altri
70
Partecipazione all’apprendimento
71
Tre-quattro anni
72
Partecipazione a se stesso
72
Partecipazione all’ambiente
72
Partecipazione agli altri
73
Partecipazione all’apprendimento
74
Cinque anni
75
Partecipazione a se stesso
75
Partecipazione all’ambiente
76
Partecipazione agli altri
76
Partecipazione all’apprendimento
77
Schema di partecipazione da zero a tre anni
78
Partecipazione al gruppo infanzia
83
Bibliografia consigliata
83
4. La partecipazione al tempo della scuola
85
La partecipazione a scuola
85
Partecipazione dei genitori al mondo scuola
88
Partecipazione degli insegnanti
91
Differenze di partecipazione nell’ambiente domestico
e in quello scolastico
92
Differenze interattivo-relazionali orizzontali
92
Differenze interattivo-relazionali verticali
93
Differenze contestuali di spazio e tempo
95
Bibliografia consigliata
96
parte seconda: valutazione, indici, facilitatori
e barriere della partecipazione
97
5. Valutazione della partecipazione a scuola
99
La valutazione della partecipazione
99
Partecipazione a se stesso
100
Partecipazione all’ambiente
101
Partecipazione agli altri
104
Partecipazione all’apprendimento e alle attività / compito
113
Bibliografia consigliata
116
6. Gli indici della partecipazione a scuola
117
Come partecipa un bambino nella fascia
di età scolare?
117
Partecipazione a se stesso
118
Partecipazione all’ambiente
120
Partecipazione agli altri
123
Partecipazione all’apprendimento e ad attività / compito
126
Bibliografia consigliata
130
7. I Facilitatori della partecipazione nella scuola
131
I facilitatori
131
I facilitatori primari e secondari a scuola
131
Facilitatori primari e secondari
131
I facilitatori primari: le competenze individuali
133
I facilitatori primari: le esperienze
134
I facilitatori primari: l’autostima
136
I facilitatori secondari: le interazioni relazionali orizzontali
137
I facilitatori secondari: le interazione relazionali verticali
137
I facilitatori secondari contestuali: lo spazio
138
I facilitatori secondari contestuali: il compito / attività
139
I facilitatori secondari contestuali: i materiali e i sussidi
141
I facilitatori secondari contestuali: lo spazio e il tempo
143
Facilitatori della partecipazione a se stesso
147
Facilitatori della partecipazione all’ambiente
147
Facilitatori della partecipazione agli altri: i pari
149
Facilitatori della partecipazione agli altri: l’adulto
152
Facilitatori della partecipazione agli altri: la comunità scolastica
153
Facilitatori della partecipazione all’apprendimento
154
Attività che favoriscono la partecipazione
e le loro caratteristiche
155
L’azione dell’insegnante
156
Bibliografia consigliata
157
8. Le barriere della partecipazione a scuola
159
Bibliografia consigliata
160
parte terza: semeiotica della partecipazione
161
9. Autovalutazione: percezione della partecipazione
del bambino su se stesso
163
Come partecipo? Il punto di vista del bambino
163
Prima elementare
163
Seconda elementare
165
Terza elementare
168
Quarta elementare
170
Quinta elementare
185
Altre domande per l’auto-valutazione
202
Bibliografia consigliata
203
10. I diversi tipi di partecipazione
205
Le difficoltà di partecipazione e le categorie di alunni
205
La partecipazione scarsa / lenta
206
La partecipazione immatura
207
La partecipazione fallita
208
La partecipazione perfetta
209
La partecipazione estraniata
210
La partecipazione timida
.211
La partecipazione distratta e/o intermittente
212
La partecipazione impulsiva
212
La partecipazione provocatoria
212
La partecipazione ostile-aggressiva
213
La partecipazione passivo-aggressiva
213
Bibliografia consigliata
215
parte quarta: la partecipazione problematica
217
11. La partecipazione del bambino con difficoltà visive
219
Capacità visiva limitata nei bambini
219
La partecipazione nei bambini con difficoltà visive
220
Partecipazione a se stesso
220
Partecipazione all’ambiente
222
Partecipazione agli altri
223
Partecipazione all’apprendimento
224
Bibliografia consigliata
225
12. La partecipazione del bambino con difficoltà uditive
227
Capacità uditiva deficitaria nei bambini
227
La partecipazione nei bambini con difficoltà uditive
228
Partecipazione a se stesso
229
Partecipazione all’ambiente
230
Partecipazione agli altri
231
Partecipazione all’apprendimento
232
Bibliografia consigliata
232
13. La partecipazione del bambino con disturbo attentivo
e di iperattività
233
Bambini con deficit attentivo e di iperattività
233
Partecipazione a se stesso
234
Partecipazione all’ambiente
234
Partecipazione agli altri
235
Partecipazione all’apprendimento
236
Bibliografia consigliata
237
14. La partecipazione del bambino con problemi intellettivi
239
Il ritardo mentale e la partecipazione
239
Partecipazione a se stesso
240
Partecipazione all’ambiente
242
Partecipazione agli altri
243
Partecipazione all’apprendimento
246
Bibliografia consigliata
247
15. La partecipazione del bambino con cure inadeguate
249
Le cure inadeguate
249
Partecipazione a se stesso
250
Partecipazione all’ambiente
251
Partecipazione agli altri
252
Partecipazione all’apprendimento
253
I segni di cambiamento nel bambino che
subisce abuso sessuale
253
Bibliografia consigliata
256
16. La partecipazione del bamBino con disturbo
pervasivo dello sviluppo
257
I disturbi pervasivi dello sviluppo
257
La partecipazione del bambino con disturbo pervasivo
dello sviluppo
259
Partecipazione a se stesso
261
Partecipazione all’ambiente
262
Partecipazione agli altri
262
Partecipazione all’apprendimento
262
Bibliografia consigliata
263
Appendice A: intervento di facilitazione della partecipazione
265
Appendice B. valutazione della partecipazione
269
Appendice C: modalità della relazione Genitore-bambino
271
Appendice D: modalità nell’organizzazione familiare
273
Conclusioni
277
Bibliografia
279
Indice analitico
287

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